“Prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni.” – Quando Vincent Van Gogh ha espresso questo pensiero, con ogni probabilità pensava a Napoli. Eh si, non c’è altra spiegazione… le immagini che continuano a circolare via etere in questo periodo ne sono la testimonianza più veritiera.
Ricomincio da 3 per vivere il Sogno Scudetto
Quel sogno di un fanciullo durato 33 anni è diventato finalmente realtà. Come tutti ben sanno, per vedere il Napoli conquistare il suo terzo scudetto ci son voluti 33 anni, tempo in cui il bambino è diventato uomo e l’uomo divietato ‘saggio’ e potete esserne certi non è stata l’attesa a far diventare tutto così magico.
Napoli è una città che vive di quei sogni vissuti attraverso gli occhi di un bambino innamorato della vita. Se ben ci pensiamo, Napoli, tra pregi e difetti, è un sogno per chi la vive e anche, tra mille pregiudizi, per chi la visita. E’ questo, con ogni probabilità il segreto più grande della magia della festa scudetto. L’atmosfera creatasi negli ultimi mesi ha superato di gran lunga la scaramanzia del “non si dice finché non si realizza” perché quello che poi è accaduto è stato desiderato troppo per non prendere forma. Mai come quest’anno ogni tassello era al post giusto.
La cosa più bella e, perché no, anche inaspettata è stato, però, anche il coinvolgimento di chi non segue il calcio o di chi in gergo calcistico tiene ad un’altra squadra. C’è stato, insomma, un coinvolgimento totalitario. Un tipo di coinvolgimento che poteva prender vita solo in una città come Napoli, una città che per capirla pienamente la devi solo vivere. Facile parlare per sentito dire… Diverso, però, è vivere Napoli.
I preparativi per la festa scudetto andati in scena già il 30 aprile (e ancor prima) sono un qualcosa di unico. Tutti i quartieri di Napoli adibiti a festa, nell’aria si respirava un’euforia che rendeva tutto quasi surreale. Un clima di felicità cresciuto attimo per attimo e non smorzato neanche dal risultato finale non consono alla festa. Risultato? Tutto rinviato al giovedì, quel giovedì 4 maggio che resterà per sempre nella storia e nei cuori di chi ha avuto la fortuna di esserci. Un’esplosione di gioia così forte da non poter essere raccontata solo con le parole ma che è riuscita ad unire tutti, indistintamente dalla fede calcistica professata. Una sorta di vittoria del riscatto per un popolo, quello partenopeo, finito troppe volte sotto la lente di ingrandimento anche a causa di una piaga sociale fin troppo presente.
Scudetto Napoli, la festa è di tutti…
La conquista del titolo ha portato in dote un’esplosione di gioia così grande da far esclamare anche a chi non c’è più: “Wa, che è succies… C’ata cumbinat”… Questa è la vera magia che ha portato lo scudetto del Napoli numero 3. Le lacrime di gioia, le urla di felicità, gli abbracci sinceri, il protrarsi della festa che ha unito tutti difficilmente potrà essere vissuta altrove perché Napoli è passionale e ha un cuore così grande da poter portare in grembo anche chi appare più distaccato e lontano dai tecnicismi del tifoso.
Una conquista da parte di quel bambino che sin da piccolo guarda il pallone come il suo più caro amico con la speranza di poter percorrere, un giorno, le gesta eroiche dei propri idoli. Il riscatto di un popolo finito troppe volte in prima pagina per fatti poco piacevoli che non starò qui a rammentare. Il riscatto di chi ha sempre avuto poco ma quel poco lo ha fatto diventare abbastanza per poter vivere. Il riscatto di chi vive e si nutre di sogni. Il riscatto di chi è andato via da Napoli per poter emergere, per poter vivere… Il riscatto di tutti perché Napoli è nel Mondo e oggi più che mai i mille colori di Napoli si tingono di azzurro come il cielo che copre il capo e la vita di ogni singolo essere vivente.
Il racconto potrebbe protrarsi per ore, giorni, mesi, anni… ma la vera magia è nel dire: “Napoli, Ricomincio da tre…. Napoli Ricomincio da te”.
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